Musica e poesia


Lavorando di notte, ti trovi proiettata in realtà e dinamiche del tutto particolari.

Già accudire un altro essere umano,se lo fai con passione, fa di te una persona diversa. 

Poi ti trovi a rapportarti con malattie e anziani…. mica facile direi. Poi c è la morte, che sopraggiunge, silente e fredda. E ci devi fare i conti. Dicono non affezionarti e cosa siamo macchine? Io ci penso spesso. Queste anime che volano via.

 Gli occhi di chi sta per morire….sono particolari. Sono vuoti…e dopo poco, anche quel corpo lo sarà… sarà vuoto, privo di ogni movimento…privo del respiro, privo di vita… quella vita che passiamo a non comprendere, di cui continuamente ci lamentiamo.

Amiamola questa vita…amiamola, che terribilmente in fretta passa. 

A volte dolorosa, a volte soddisfacente… ma è vita nel bene e nel male.

Ecco a cosa servono le notti. A pensare. Ad amare un po’di più questa vita che in un attimo svanisce… e di colpo sei vecchio e malato….e apprezzi troppo tardi ciò che hai avuto e avresti potuto ulteriormente avere, se non troppo impegnato a lamentarti di ciò che non avevi in quel momento.

4 risposte a "Musica e poesia"

  1. Io frequentato per un po’, come parente di ricoverato, un cronicario.
    Se ci lavori dentro non puoi fare altro che diventare due persone in una, se vuoi reggere alla quotidianità. Detto così sembra brutto, ma è un meccanismo di autodifesa.

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    1. Nella routine di tutti i giorni è così…. ma ci sono momenti in cui ti immedesimi quasi… e un po’ di sofferenza la provi … volente o no… poi ovviamente tutto passa… e resta il ricordo

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